RUB-INETTO/Words/Stupidità

Il termine stupidità deriva (sec. XIV) dal verbo latino stùpeo = "son
stordito, resto attonito".

Così come nello studio della psicologia la “stupidità” non si è mai
discostata dal concetto di stupore, lo "stupido" è colui che non sa dominare il
circostante, e le situazioni, con tutti i loro fenomeni: ne resta attonito,
spiazzato. L'inetto sveviano (vedi Italo Svevo) è un tipico esempio di
"stupido": di fronte al bivio non saprà mai che direzione imboccare.

C'è da dire in effetti che originariamente la stupidità ha due accezioni
distinte. Una vede una condizione d'incapacità o insensibilità, indotta da
meraviglia, sorpresa; l'altra una condizione duratura, come dire un handicap.

Nel latino il suffisso -idus, (da cui stupidus, "stupido") è proprio di
aggettivi verbali col senso di qualità durevole. Da qui la prima controversia:
la stupidità è uno stato costante, è un handicap?

Letteralmente stupidità ("stupiditas") indica torpore e intontimento. Oggi ne
resta una traccia vaga: ad esempio la differenza fra "instupidito" (appunto
intontito, infiacchito, mentalmente stanco) e "stupido". Gli antichi
consideravano la stupidità una passione: subire gli avvenimenti senza avere
potere su di essi. Così lo stupido era immobile di fronte alle situazioni. Il
discorso è molto diverso per una cosa come i vizi, che sono misfatti, azioni
moralmente riprovevoli: sottointendono necessariamente un'attività, da parte
del "vizioso". Al contrario si può dire che l'accezione storica vede la
stupidità come qualità. In senso caratterizzante, e in questo passiva.

Generalmente lo stupido è colui che ripete inconsciamente i propri errori, è
incapace di corregerli, regolamentarsi. Non è in grado di scegliere che strada
imboccare. "Molti fattori del comportamento umano, intrinsecamente diversi
dalla stupidità, possono contribuirvi". In questo senso è giusto riferirsi a
concetti come l'ignoranza, presunta "sorella" della stupidità. Non è il caso di
una cosa come la paura, sentimento tipico nell'individuo "stupido"

Certo compiere una "stupidaggine" è ben diverso dall'essere un individuo
stupido. Imboccare la direzione "sbagliata" non fa l'uomo stupido. È scegliere
di tentare, e non è stupido. È giusto ricordare questa differenza, ma si torna
sempre alla stesso bivio:

Compiere azioni stupide fa l'uomo stupido
l'uomo stupido può compiere solo azioni stupide.
La risposta al quesito è nell'evoluzione sociale della specie, nella civiltà
e nei suoi linguaggi.

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